venerdì 11 dicembre 2009

La paura del buio




Come si possono aiutare i bambini ad affrontare e superare le proprie paure? Bhè diciamo che non c'è una ricetta, in realtà le ricette, per quanto riguarda i bambini, non esistono e nel caso, non credo sia il corretto applicarle alla lettera, vanno sempre personalizzate a seconda del bambino e dell'adulto che intendere operare con lui.
Credo che la cosa più importante sia riconoscere al bambino la leggitimità della paura, non dobbiamo sminuire ciò che prova o colpevolizzarlo perchè è condizionabile dalle sue paure, ma dobbiamo anzitutto accettare che il piccolo stia vivendo un esperienza che lo spaventa, cercare di capirne il motivo ed essere in grado di sviluppare un sentimento empatico, affichè possiamo capire a pieno cosa il bambino stà vivendo. E' a questo punto che saremo in grado di fornirgli gli strumenti per affrontare e gestire le proprie paure. Dobbiamo tenere a mente che il termine "paura" non significa necessariamente vigliaccheria o codardia, anzi, la paura aiuta ad essere prudenti, riflessivi e consapevoli di cosa si stà tentando di affrontare.
Al nido quando osserviamo che un bambino sviluppa sentimenti di paura verso determinate situazioni, cerchiamo prima di tutto di compiere un osservazione più approfondita per comprendere se le informazioni raccolte sono effettivamente reali e non frutto di semplici pregiudizi, poi alla luce dei dati raccolti avviene un confronto tra colleghe che ci permette di mettere in campo tutto il nostro sapere e le nostre esperienze per impostare un progetto che favorisca quel bambino, ma in generale tutto il gruppo ad essere in grado di padroneggiare le situazioni di paura.
Uno degli strumenti più utilizzati è il gioco simbolico, in cui vengono forniti al bambino oggetti che a seconda della modalità di utilizzo, possono rappresentare ciò di cui hanno paura e attraverso il gioco, che il bambino può ripetere all'infinito e modificare nel tempo, diventa in grado di canalizzare la paura, individuarla e simbolizzarla fino a toglierle quella valenza paurosa che prima poteva avere. Tutto attraverso il gioco diventa controllabile e così anche quello che spaventa.
Gli oggetti che si possono fornire ai bambini sono scatoloni di cartone nei quali sia possibile nascondersi, peluche che raffigurino animali, foular e abiti per travestirsi, oggetti di uso comune che permettano loro di ricostruire con la fantasia le situazioni di vita quotidiana che più necessitano di essere simbolizzate. Momenti di gioco come questo devono essere liberamente gestiti dal bambino, l'adulto deve tentare di non intervenire, perchè andrebbe a modificare e ad influire sui processi mentali del bambino nell'individuare le situazioni per lui più significative. Deve lasciarlo libero di sperimentare e di utilizzare gli oggetti spontaneamente, senza nessun tipo di influenza o condizionamento, l'adulto deve solamente essere presente, perchè attraverso la sua presenza infonderà sicurezza al bambino, in quanto pronto e disponibile ad interagire con lui se e quando richiesto. Rappresenterà una rete pronto ad accoglierlo in caso di necessità.
Un altro strumento molto utile è l'oggetto consolatorio, può essere un peluche, una coperta, il ciuccio, una foto, un qualsiasi oggetto che porti al bambino la sensazione di sicurezza e familiarità, di sicuro questo lo aiuterà a calmarsi e a mettersi in ascolto delle parole dell'adulto.
E certo non poteva mancare la favola, un libro che racconti e parli di ciò che spaventa rendendolo inoffensivo, buffo o fornendo le modalità di reazione facendole copiere ai personaggi della storia.
I bambini si fissano su alcune storie e ne richiedono continuamente la rilettura, perchè richiedono di provare e riprovare un intenso piacere e di rivivere emozioni già provate, la lettura contiene in sè, in modo simbolico, il conflitto principale vissuto dal bambino e la soluzione lieta rappresenta una sorta di sollievo e tranquillità, magari momentanea, del disagio del bambino. Riascoltando, i bambini, ripercorrono i contenuti e i significati della storia, scoprendo significati e collegamenti più precisi attraverso l'interazione tra ciò che è noto e ciò che appare nuovo.

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