venerdì 27 novembre 2009

Che rabbia!








Roberto ha passato una bruttissima giornata.
"Ehi tu! Levati quelle scarpacce!" gli dice papà.
"Ecco fatto!" gli risponde Roberto.
Per cena ci sono gli spinaci. "Piuttosto non mangio!" escalma Roberto.












"Sali in camera tua" dice papà
"e scendi solo quando ti sarai calmato."
"Non ci penso neanche" risponde Roberto.
E lassù, nella sua camera,
Roberto sente una Cosa terribile che sale...
...sale, sale, fino a quando...
RRRRRRRHAA,
esce fuori all'improvviso.
"Ciao", gli dice la Cosa, "cosa facciamo?"

"Tt... tutto quello che vuoi" risponde Roberto.
"Bene", dice la Cosa, "cominciamo da lì."
E hop" La coperta vola via
con tutti i cuscini.
Crac! Il comodino.
Bang! La lampada.
Adesso tocca agli scaffali
con tutti i libri: uao!
Poi la Cosa si avvicina al baule dei giocattoli.
"Aspetta, quello no!" urla Roberto.
"Hai capito? Smettila!"
"Stupido! Il mio camion preferito!"
"Che cosa ti ha fatto, quel brutto bestione?


Non ti preoccupare, ti aggiusterò io.

E tu, vattene via, cattivo!"
"Oh, la mia lampada!
Aspetta, ti rimetto a posto.
E il mio cuscino
tutto ammaccato!
E il mio libro preferito!
Ti ha tutto sciupato,
poverino.
Ecco,
così va meglio."


"Ah! Sei qui tu!
Vieni che ti prendo!"
"Forza, su, dentro nella scatola.
E non muoverti più!"

"Papà, è rimasto un po' di dolce?".

venerdì 20 novembre 2009

I film Disney a quale età è giusto proporli?




Colgo l'occasione di questo blog per parlare un po' di Walt Disney!!! Nulla da dire sulle sue creazioni, tutti film d'animazione bellissimi coinvolgenti, non dimenticherò mai "La sirenetta", ho adorato quel cartone tanto da ricordare ancora oggi ogni singola canzone. A tutti è nota la passione dei bambini per le canzoni, quindi non c'è da stupirsi se i genitori sono obbligati a proporre la visione dello stesso film da un minimo di 20 ad un massimo di infinite volte e il colmo è che i bambini non ne hanno mai abbastanza!!
Ciò che mi lascia un po' perplessa è l'età dei piccoli spettatori. Molte volte si pensa che essendo cartoni animati con personaggi inventati e parlanti, il pubblico dei bambini non necessiti di fasce d'età, invece proprio perchè sono prodotti per bambini, come loro sono vari e adattabili più ad un'età piuttosto che un altra.
I film animati della Disney sono pensati per un pubblico da 8/10 anni e oltre, questo perchè i temi trattati raccontano molto spesso, se non sempre, di mamme che se ne vanno e non tornano più, di padri assenti o con sentimenti poco chiari nei confronti dei figli. Solo per noi adulti è chiaro che si tratta di finzione, per i piccoli anche se tentiamo di far loro comprendere che non c'è nulla di reale, sarà di difficile comprensione tutta quella serie di concetti emotivi ed emozionali che la Disney è bravissima a suscitare...chi non ha perso qualche lacrima per Bambi. Ricordiamo che a questa età è ancora presente l'angoscia della perdita, dell'abbandono, per chi lavora nei nidi o nelle materne, molte volte si saranno sentite chiedere: "quando torna la mamma?"; "torna la mamma vero?"; "dov'è la mamma?". Questo perchè non sempre per loro è chiaro che se una persona non è presente non per questo non ci vuole bene o non tornerà mai più o non ci ha abbandonati. Occorrono diversi anni per far interiorizzare la presenza delle persone significative ai bambini e far loro superare la paura di non vederli più.
Oltre il fattore tematico è bene evidenziare che i bambini fino ai 3/4 anni hanno un tempo di attenzione limitato, non supera i 30/40 minuti, questo comporta la facilità di perdersi lungo il percorso della storia e non avere ben chiari alcuni concetti, alcuni passaggi e soprattutto alcune immagini di lupi, cacciatori, mostri o squali che rappresentano l'avversità che il protagonista deve superare per arrivare al vissero felici e contenti.
Dopo tutte queste parole ciò che consiglio, specialmente ai genitori del mio nido, è di guardare la televisione sempre assieme ai piccoli per poter filtrare le informazione e poter monitorare i loro stati d'animo ed essere pronti a spiegazioni e rassicurazioni, poi di proporre cartoni brevi con concetti chiari e magari dove i personaggi cantano, per poter cantare assieme ai bambini e investire questi momenti di carica emotiva.

Il ciuccio di Nina



"Quando smetterai di tenere sempre quel ciuccio?" chiede la mamma. "Mai!", risponde Nina, "è il mio ciuccio!". "Ma quando sarai grande dovrai pure sbarazzartene!". Nina si mette il ciuccio in bocca. "Affolutamente no!".
"Lo porterai anche quando andrai a spasso?".
"Ficuro! Affieme ai bifcotti al cioccolato!"
"Anche quando andrai in piscina?"

"Fi! Ci farò i tuffi e le immerfioni!"
"E quando sarai grande e andrai a lavorare? Non




te ne separerai proprio mai?"
"No, no! Il mio ciuccio ftarà sempre con me!"
"E quando ti sposerai?"
"Ftarà beniffimo con il mio veftito!"
Dopodichè, Nina va a passeggio.
Improvvisamente, un lupo esce dal bosco.
Un lupo spaventoso, cattivo, e affamato.
"Aargh! Bambina, adesso ti mangio!"
"Ehi!", esclama Nina, "Laffiami ftare!"
"Come?", chiede il lupo, che non ha capito.
Nina ripete: "Laffiami ftare!".
Il lupo continua a non capire una parola.
"Eh? Cosa hai detto?"

Nina si leva di bocca il ciuccio e urla:
"Sei brutto, cattivo e puzzi!
La-scia-mi sta-re!"
Il lupo va su tutte le furie.
"Ah si? sono brutto? Sono cattivo? Puzzo?
Sta' a vedre, marmocchia..."
Paff!
"Tieni, succhia questo. Ti calmerà".
Di colpo il lupo non ha più voglia di mangiarsi Nina.
Il lupo spaventoso, cattivo e affamato è diventato
un cucciolo tenero, dolce e coccolone.
Sorridendo sparisce nel bosco. Non tornerà mai più.
Nina rientra in casa.
"Dov'è finito il tuo ciuccio?", chiede la mamma.
"Spero tu non l'abbia perso!".
"Oh no", risponde Nina, "L'ho regalato a qualcuno che
ne aveva veramente bisogno!".

Il ciuccio




Da sempre il "ciuccio" o "succhiotto" è considerato dagli adulti un oggetto che prima o poi (meglio prima!!) deve essere abbandonato, scelta alquanto scomoda per i bambini che al contrario non se ne separerebbero mai!! Alcuni genitori adottano svariate strategie per "far scomparire" quell'oggetto di gomma, nell'asilo dove lavoro alcuni bambini raccontano che è venuto il lupo e lo ha portato via; altri che, avendolo perso, la mamma dimentica sempre di ricomprarlo; altri lo hanno regalato al mare o alle mucche incontrate in montagna durante le vacanze, ma quella che più mi colpisce è quella che il ciuccio viene regalato a Babbo Natale!!! Mi auguro per i bambini che cedano il succhiotto in cambio di un bel regalo!! Personalmente preferisco che il bambino impari a gestire l'utilizzo del ciuccio decidendo di usarlo nei momenti i cui ne sente il bisogno. Di norma al nido, con i bambini intorno all'anno, il ciuccio assume il ruolo di oggetto transizionale, un ponte tra la casa e il nido, tra la mamma e la "dada", in un contesto del genere il ciuccio è un diritto del bambino che nessuno si sogna di violare, soprattutto nei momenti più critici: l'accoglienza, lo spostamento da uno spazio all'altro, la nanna e in ogni occasione in cui il piccolo non riesca a farcela da solo. Con il tempo il ciuccio diventa "la consolazione" al posto delle braccia dell'educatrice, ed è intorno ai 2 anni che si può iniziare a richiedere al bambino di decidere quando utilizzare il ciuccio e quando è in grado di farne a meno. Generalmente intorno a tale età i bambini iniziano a comunicare, alcuni con le prime parole-frasi altri con frasi di senso compiuto, ed è in concomintanza con tale capacità che spesso le educatrici ricordano ai piccoli che con il ciuccio in bocca si fatica a capire cosa voglio dire o fare: con il ciuccio non si riesce a comunicare. Questo è, la maggior parte delle volte, sufficiente a permettere ai bambini di lasciare il ciuccio, magari lo appoggiano sul tavolo o lo ripongono nel loro armadietto, un posto che sia per loro raggiungibile e visibile, dove poter correre quando proprio non si trovano altre modalità di consolazione.
Con i bambini è necessario comunicare molto, soprattutto verbalmente per stimolarli a farlo a loro volta, è importante dare spiegazioni ed essere coerenti così le frasi più ricorrenti sono: "togli il ciuccio, il tuo amico non capisce cosa gli vuoi dire; vai a mettere il ciuccio nella tua buchetta e quando ne hai bisogno lo vai a prendere; la mamma è andata al lavoro torna dopo la nanna, vuoi un po' di ciuccio per consolarti?; ora basta muoverti nel letto, sei nel tuo lettino con il tuo orsetto e il tuo ciuccio hai tutto ciò che ti occorre per fare un buon riposo."
Per consolidare questo concetto che lega l'utilizzo del ciuccio al "bisogno" di sentire la mamma o la casa vicino, abbiamo adottato la lettura di un libro molto divertente che le educatrici leggono utilizzando loro stesse "il ciuccio".
Il Libro si chiama "Il ciuccio di Nina"

venerdì 13 novembre 2009

Il piacere di leggere

Sono educatrice di nido ed ogni giorno mi trovo a soddisfare questa domanda postami da tante piccole e tenere faccine: "Leggi una storia?"! Ed ogni volta chiedo loro: "Quale libro raccontiamo oggi?" ed ogni volta vengono nominate tutte le fiabe presenti sulla mensola della sezione. Mi sono sempre chiesta come nasce il piacere della lettura, soprattutto perchè personalmente ho scoperto tale gioia solo da pochi anni. Da piccola avevo non poche difficoltà nella lettura ad alta voce forse per la mia timidezza o forse perchè preferivo giocare con le Barbie o guardare la televisione, fatto vuole che la mia cara mamma, lettrice appassionata di ogni genere di testo, mi ha esercitata nell'arte della lettura ad alta voce ad ogni occasione per molti anni, non vi dico i sentimenti che sono arrivata a provare per i libri. Così quando finalmente ho riscoperto quanto può essere rilassante e coinvolgente avere tra le mani un libro, mi sono posta l'obiettivo di proporre libri e modalità di lettura che possano affascinare i bambini, per poter far crescere in loro la voglia di continuare a leggere e a perdersi nel mondo della fantasia.
Ad un corso di formazione l'esperto ha detto che quando un genitore o un adulto significativo per il bambino gli legge una fiaba con trasporto e coinvolgimento, magari seduti sul letto o sul divano, con il piccolo in braccio ed il libro rivolto ad entrambi, animando la fiaba con l'utilizzo di giocattoli, modificando le note della voce e inserendo quanche canzone, l'atmosfera e le emozioni che entrano in gioco siano talmente positive che quel bambino assocerà alla lettura quei momenti intimi, affettuosi, calorosi tanto da essere in grado di evocarli, sentirli presenti ogni volta che prenderà un libro tra le mani.
Questo è quello che facciamo al nido quando leggiamo una storia ai bambini e in questo blog vi racconterò ciò che leggiamo, come lo leggiamo e soprattutto cosa ne pensano i piccoli.